Come vi è venuto in mente di vivere costruendo TreeHouses?

A chi non piacerebbe vivere una vita in cui ciò che fai per passione è anche il tuo lavoro? Io ho studiato architettura ed ho sempre amato l’idea di realizzare progetti che siano in grado di lasciare un segno, nel luogo in cui sorgono e nell’immaginario della gente; oltre a ciò sono una persona tremendamente pratica e, forse grazie anche alla bravura di un mio docente (Franco Laner), amo molto lavorare con il legno di cui ammiro le incredibili proprietà tecniche: il legno è un capolavoro di ingegneria della natura, a noi non resta che imparare a utilizzarlo propriamente.

Come è nata questa vostra passione?

Durante il periodo in cui scrivevo la tesi per la laurea triennale sono stato rinchiuso per molti mesi in una stanza dalla mattina alla sera, e lì una piccola finestra inquadrava un grande albero di cedro nel giardino. Mi ritrovai spesso distratto dai miei studi a fantasticare tra quelle fronde e sui grandi rami; ecco che appena mi fui laureato decisi di mettere in pratica l’oggetto delle mie fantasticherie e costruii la mia prima TreeHouse. Subito tutti gli amici presero con entusiasmo ed euforia a collaborare alla costruzione ed in breve tempo emersero le competenze di ognuno e si creò un’equipe di lavoratori che non vedeva l’ora di realizzare altre TreeHouses.

Qual è l’immaginario che sta dietro a questa idea?

L’idea progettuale prevede su breve termine di creare piccole realtà indipendenti con possibilità di accomodation situate in punti strategici del comprensorio della Lessinia con l’intento in futuro di integrare queste realtà locali in una rete più ampia di percorsi enogastronomici sviluppando i sentieri (come il sentiero europeo n°5), i parchi avventura già esistenti, i percorsi equestri.. La Lessinia è molto ricca di attrattive dal punto di vista del paesaggio, delle tradizioni, della cultura enogastronomica, e dello sport (come l’arrampicata e l’equitazione) si tratta di sviluppare queste realtà isolate e collegarle tra loro con un filo logico, offrendo la possibilità ai turisti anche di pernottare sul territorio, anche dei parchi naturali, senza comprometterne l’assetto edilizio.

Quanto costa realizzare questo sogno?

Beh non è facile rispondere a questa domanda ma probabilmente rimarreste stupiti nello scoprire che una casa sull’albero è molto più economica di una casa convenzionale: non utilizzando cemento non serve realizzare i casseri a perdere per le gettate risparmiando quindi tempo e sprechi. Il costo ovviamente dipende da ciò che si desidera avere, ma il materiale in sé non è molto costoso: i veri costi dipendono dalla difficoltà di realizzazione. Ad esempio se dovessimo costruire in un bosco nel quale non vi sono strade e su di un albero molto grande in un terreno con forte pendenza, non potremmo utilizzare piattaforme mobili od impalcature ma la casa dovrebbe essere assemblata sull’albero solo con le tecniche del treeclimbing, inoltre non sarebbe possibile realizzare delle parti prefabbricate e trasportarle in opera con mezzi meccanici, quindi i tempi e di conseguenza i costi lieviterebbero. A parte casi molto disagevoli come questo il prezzo parte da qualche migliaio di euro.

Quanto tempo è necessario per costruire una TreeHouse?

I tempi si aggirano intorno ad un mese o due; dipende essenzialmente da quanta parte del lavoro è possibile realizzare in laboratorio e a terra.

Quanto dura? sono oggetti effimeri nel tempo?

In Mesopotamia e nelle tombe dei faraoni in Egitto sono stati trovati oggetti di legno ancora in perfetto stato di conservazione; il legno quindi è un materiale estremamente duraturo se utilizzato e conservato bene. I termini di durata di una casa sull’albero sono essenzialmente legati al ciclo biologico della pianta, certo la costruzione non deve penalizzare la speranza di vita dell’albero. In Inghilterra, nello Shropshire, esiste ancora una prestigiosa casa sull’albero già documentata in un dipinto del 1714. Noi non possiamo sapere se gli alberi che reggono le nostre case sono destinati a vivere così a lungo ma l’intenzione è certamente quella di far durare le TreeHouses il più a lungo possibile, e per questo usiamo in fase progettuale e costruttiva ogni accortezza ereditata dallo studio dall’artigianato e dalla tradizione: anche solo posare un’asse in un verso o nell’altro ha in termini di longevità molta importanza.

Ma gli alberi, saranno contenti di ospitare una casa?

Il rapporto tra l’albero e la casetta è reciproco: sta bene uno solo se sta bene l’altro; e come ogni legame stretto è fatto di tante piccole attenzioni… quindi è importantissimo continuare nel tempo a monitorare l’albero e fare la giusta manutenzione perché la qualità del legame si misura nell’assiduità delle attenzioni e delle cure reciproche: l’albero cambia e la piattaforma si deve adattare! Se la casa collabora, l’albero reagisce positivamente!

L’albero come reagisce?

Spesso, ma non sempre, la struttura della treehouse è una struttura collaborativa, cioè interagisce con la struttura dell’albero colmandone le lacune, in questo caso è in grado di conferirgli maggiore robustezza, così l’albero ne trae vantaggio e cresce più grande e rigoglioso.

Qual è il progetto che vi ha dato più soddisfazione?

È la treehouse in cui attualmente vivo. Forse non è il progetto esteticamente migliore ma più passa il tempo e più si rafforzano le emozioni che mi legano a quel progetto; inoltre è quello che ha dato origine a tutta l’avventura di TreeTopBuilder, è un sogno che è diventato la madre di tutti gli altri sogni: ogni successo del nostro team è anche un successo di quel primo progetto, come potremmo non provarne soddisfazione?

La legge come la vede?

La legge non è mai un deterrente ma regola l’operato dei cittadini, non entra nel merito dell’etica e dell’estetica che sono tematiche soggettive ma pretende che si agisca secondo un modus operandi consono alla società. A volte impedisce, a volte favorisce e talvolta ci insegna ad operare. La legislazione in merito a costruire sugli alberi varia di stato in stato e, anche
se nella regione Trentino-Alto-Adige il consigliere Mauro Delladio sta per presentare una mozione ad hoc mirata ad inserire le TreeHouses in un quadro normativo specifico, l’Italia è ancora tra quei paesi che non trattano le TreeHouses non avendole prese in considerazione come genere architettonico: di conseguenza non sono ne vietate ma neanche contemplate. Onde realizzarle per un utilizzo pubblico quindi bisogna assimilarle ad una casa convenzionale, rispettando tutti i canoni urbanistici ed architettonici di vivibilità-robustezza-isolamento-portata ecc.

Sicurezza?

Al momento della consegna la casetta rispetterà tutte le normative di sicurezza per le persone di una qualsiasi casa, affinché non insorga alcuna situazione imprevista potenzialmente pericolosa. Queste norme riguardano altezza larghezza e numero degli scalini, altezza e tipologia dei parapetti, caratteristiche delle vetrate, altezza min. interna, portata dei solai ecc. Tali normative impongono parametri differenti per i bambini quando si opera in asili nido e scuole elementari.
La struttura verrà certificata da un ingegnere; anche l’albero può essere certificato! In questo caso interviene uno specialista dendrologo, che effettuerà analisi e carotaggi ed infine sulla base di calcoli certificherà lo stato di salute e robustezza della pianta e la portata dei rami.

A cosa serve una casa sull’albero?

Una casa sull’albero può avere un certo numero di utilizzi pratici: per scuole asili e nei parchi pubblici è un gioco in cui i bambini imparano a socializzare divertendosi, fare attività fisica e vivere a contatto con la natura se non hanno già un giardino a casa loro; per campeggi alberghi residence bed&breakfast agriturismo è un richiamo turistico in grado di offrire qualcosa in più, arricchisce di stile e suggestività una realtà ricettiva rispetto alla concorrenza; per un privato può creare un ambiente extra, ricco di suggestività, intimità e spunti poetici.

Il design è un elemento importante?

Certamente, il design è il linguaggio con cui un edificio parla ed esterna la sua natura e il suo messaggio; noi vogliamo lanciare un messaggio, vogliamo far parlare le nostre costruzioni di ecologia, sostenibilità, integrazione.. per esempio nel progetto dei sentieri e ristori per la Valpantena, vogliamo far riflettere sullo scenario futuro della valle. poichè il futuro si costruisce nel presente, ma spesso nel passato ce ne siamo dimenticati (e le conseguenze ora si vedono), vogliamo far riflettere sull’importanza quotidiana di valorizzare la valle, non rovinarla.

Le tecniche costruttive sono diverse da quelle di una normale casa a terra?

A terra si lavora camminando da un posto all’altro, sull’albero invece ci si sposta appesi a un cavo, arrampicando o con una piattaforma mobile. Quando si è a terra un martello ti può scivolare di mano, ma quando sei su un albero qualsiasi cosa ti scivoli non può cadere o si rischiano gravi incidenti. Lavorare su un albero non è più difficile ma è sicuramente molto diverso dal lavorare a terra. Inoltre anche le tecniche costruttive sono assai diverse perché devono far fronte a pericoli diversi: ad esempio una casa a terra deve resistere bene ai terremoti mentre una casa sull’albero deve resistere bene ai forti venti. Ecco che oltre ad un sistema costruttivo particolare entrano in campo anche tecnologie costruttive tutte particolari, come l’utilizzo di puntoni e tiranti snodati in grado di garantire la tenuta pur consentendo la libertà dei movimenti della pianta.

La tecnologia è importante?

Certo la tecnologia è utile e in quanto tale viene tenuta in buona considerazione, buona parte del nostro lavoro infatti consta nello studio di tecnologie nuove e sempre più efficienti per evadere limiti fisici che costringono i progetti, e per gestire nel miglior
modo il rapporto casa-albero: elemento naturale-elemento artificiale. Ma io non credo che la tecnologia sia fondamentale, uno degli obbiettivi principali per noi è di riuscire a costruire TreeHouses anche dove non vi è possibilità di usufruire della tecnologia (luoghi remoti come isole, boschi o forti pendii); intraprenderemmo un nuovo progetto anche sapendo di non poter usare un solo trapano!

Esiste una filosofia costruttiva?

La nostra etica professionale ci impone di rispettare gli alberi, la natura e il paesaggio; offriamo l’opportunità di godere della natura senza comprometterla! ..A parte questo, non imponiamo una nostra filosofia perché ci occupiamo di realizzare il vostro sogno, combiniamo i materiali e le tecnologie, il disegno e il calcolo, l’albero ed il suo contesto, lo scopo, i desideri, le possibilità economiche affinché ogni albero sia in grado di sorreggere la treehouse dei vostri sogni! Spesso il potenziale dei nostri giardini non è sviluppato al meglio, ma con il giusto rapporto di tecnologia e ambizione, saremo in grado di costruire qualcosa che sarà sempre vostro!

A chi sono indirizzate/ chi è il cliente tipo?

In generale sono rivolte a tutti coloro che hanno un giardino e che amano la natura, soprattutto a coloro che hanno conservato ancora uno spirito da bambini. I nostri clienti sono di mezza età con figli giovani, in grado di poter fare un investimento economico nella consapevolezza che i figli lo godranno per tutta l’infanzia l’adolescenza e anche da adulti. I professionisti del turismo più interessati sono quelli che investono sull’immagine della loro azienda: con un investimento che unisce l’utile al dilettevole, favoriscono il richiamo turistico e l’immagine aziendale; in particolare è un forte richiamo per i campeggi, specialmente quelli del Veneto favoriti da una legge regionale autonoma, la L.R. n°33 del 4 novembre 2002. Il progetto per la Lessinia si rivolge specialmente ai produttori locali, ai comuni e agli enti provinciali, alle associazioni per lo sviluppo e la tutela del territorio.

In Europa le costruzioni sugli alberi stanno diventando oggetti che fanno tendenza, credete che sia solo una moda passeggera?

No più che di moda parlerei di interesse crescente; prima della venuta di internet le case sugli alberi erano casi sporadici e difficilmente il grande pubblico ne veniva a conoscenza. In realtà fin dai tempi dei romani abbiamo testimonianze scritte e grafiche di TreeHouses in tutte le epoche storiche, che hanno destato sempre grande riflesso sociale ma, senza uno strumento globale, il loro riflesso poteva essere soltanto locale. Oggi invece tutti possono ricercare con google e trovare un vasto repertorio di esempi, così da apprezzare il genere e spargere la voce a loro volta. Credo che l’attuale interesse perennemente in aumento del pubblico internazionale su questo tema non sia una moda ma stia solo rendendo il giusto merito a qualcosa che prima era sconosciuto, non per scarsa qualità ma per rarità di informazioni.

Oltre a voi ci sono dei precedenti? Come li valutate?

Si certo ci sono tanti altri professionisti e non che si sono cimentati in questo tipo di costruzioni. Per quanto riguarda i professionisti del faida-te possiamo solo fare i complimenti per aver portato a termine con successo quello che si erano prefissi; quando invece si sceglie di rivolgersi a qualcun’altro è molto importante rivolgersi a persone con molte esperienze precedenti nel settore perché ci sono tantissime accortezze da adottare che si imparano solo con l’esperienza.. non bisogna fidarsi soltanto dell’aspetto estetico perché una bella foto fatta a fine lavori, non dice se a distanza di qualche anno la costruzione inizia a disgregarsi; rivolgersi a professionisti dà la certezza che la casa manterrà quell’aspetto che aveva da giovane anche 20 anni più tardi, senza ingrigire, senza marcire, senza crollare.
Di professionisti in grado di lavorare in questo modo non ve ne sono molti, ad operare in Europa siamo essenzialmente ¾, posso citare i più famosi: i francesi della Cabane Percheé, ed i tedeschi di Baumraum. Questi due studi fanno delle costruzioni che sono ineccepibili dal punto di vista tecnico, ma seguono due filosofie molto diverse tra loro, praticamente opposte: i primi hanno un approccio quasi religioso all’idea di casetta sull’albero, utilizzano sempre l’albero come strumento portante, il legno come materiale principale, e disegnano case che sembrano delle casette tradizionali; i secondi invece sono degli sperimentatori, sperimentano molti materiali forme e tecnologie, hanno un approccio più moderno e meno tradizionale..solo che le loro treehouse sono spesso delle palafitte..con l’albero vicino, o anche senza l’albero.. Sembra un po’ scontato ma io credo che la verità stia nel mezzo.

Spesso nelle riveste che parlano di questo tema le TreeHouses vengono associate al lusso, condividete questo legame?

Le TreeHouses vengono associate a molte cose, non solo al lusso, ma anche alla vita selvaggia o a un ambiente rustico, alla sostenibilità, ad una serena semplicità ecc. Quella del lusso è una delle tante declinazioni del tema atta a conquistare un certo tipo di pubblico, non è un legame necessario ma in un mondo in cui l’offerta non si esaurisce mai, per distinguersi è forse meglio offrire qualche cosa in più che in meno.

Qual è l’impatto ambientale di queste costruzioni?

Su scala paesaggistica l’impatto ambientale di una serie di costruzioni sugli alberi è praticamente nullo. Ricordando poi che sono costruzioni dal ciclo di vita relativamente rapido, possiamo dire che anche su scala locale non vanno mai ad alterare in modo permanente il paesaggio e l’ambiente. Mi verrebbe da aggiungere che se lo alterano temporaneamente, lo fanno in positivo, ma su questo lasciamo a voi giudicare!

Negli ultimi anni il tema della sostenibilità è entrato molto in voga e pare che in molti si riempiano la bocca della parola sostenibilità, costruire sugli alberi è una scelta coerente?

La sostenibilità è la caratteristica di un processo che può essere mantenuto e ripetuto indefinitamente nel tempo raggiungendo un “equilibrio fra il soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie. Per fare questo bisogna inserirsi nel ciclo di un ecosistema senza comprometterlo! In effetti questa parola è spesso usata a sproposito e nell’immaginario collettivo ogni casa costruita in legno è automaticamente sostenibile, invece bisogna andare a vedere se per fare quella casa è stato compromesso l’ecosistema bosco, ossia porre attenzione a quali e quanti alberi sono stati tagliati, quali lavorazioni sono state eseguite, e quanta energia (e da dove proviene quell’energia) è stata utilizzata per il ciclo di taglio lavorazione trasporto e posa in opera. Costruire sugli alberi significa innanzitutto rispettare gli alberi, effettuare le lavorazioni in loco, eliminare i trasporti, sviluppare competenze di artigianato locale, e creare un ecosistema umano tale che anche le future generazioni possano disporre almeno di quanto noi abbiamo a disposizione oggi.

Perché avete scelto questa professione?

Stiamo vivendo in un periodo storico particolare in cui il mercato del lavoro è molto competitivo e la domanda è bassa, l’edilizia è un settore in forte crisi, è un mercato ormai saturo in cui i giovani faticano a crearsi uno spazio. In questo contesto internazionale in cui è così difficile affermarsi su vasta scala è fondamentale ricavarsi una nicchia di mercato ristretta nella quale poter eccellere, un settore specifico in cui si possa aver qualcosa da dire fuori dal coro. Questo decennio è anche un periodo che offre molte opportunità per chi riesce a distinguersi nel mare magnum dei concorrenti, percui abbiamo accolto con entusiasmo i suggerimenti di coloro che ci incitavano a proseguire in quest’avventura, a trasformare questa nostra passione in una realtà imprenditoriale nuova. Oggi siamo molto felici di poter dire che il nostro lavoro è la nostra passione, e che negli anni a venire potremo raccogliere i frutti di quello che abbiamo seminato.

C’è bisogno di abilità particolari e competenze specifiche per questo lavoro?

Certamente fare case belle e confortevoli, robuste e durature, è un lavoro complesso; per far fronte a questo impegno importante abbiamo dovuto sviluppare un team persone che rispondono alle svariate aree di competenza specifiche. Quindi un architetto per il design, un ingegnere per le strutture, un artigiano falegname, un elettricista e idraulico,e un biologo forestale; questi saperi settoriali non sono compartimenti stagni ma si compenetrano, inoltre ci lega tutti una grande passione per l’arrampicata e la capacità di eseguire montaggi in altezza.

I vostri studi scolastici/universitari vi sono stati utili nelle vostre scelte?

Si, certamente. Io personalmente ho studiato architettura a Venezia ed ho indirizzato fin da quando ne ho avuto la possibilità il mio corso di studi all’architettura organica, inserendo nel curriculum esami come botanica, costruzione di ponti, architettura del paesaggio, e progettazione dei giardini. Giacomo, il nostro tree-climber, ha studiato scienze forestali a Padova imparando così le caratteristiche delle piante, come crescono, come si potano, come reagiscono, caratteristiche e proprietà del legno, diagnosi e cura delle malattie ecc.

Quali sono i fattori da tenere in considerazione quando si progetta un edificio di questo tipo e come incidono sul risultato finale?

Direi che tutti i fattori si possono racchiudere in linea di massima in due insiemi principali: il cliente e la pianta.
Nell’insieme pianta rientrano tutti i fattori naturali, che come tali non possono essere modificati: specie, orientamento, dimensione, portamento, stato di salute, età, paesaggio, clima ecc. Questi fattori incidono sul risultato finale dettando i paletti entro i quali si può avere libertà di scelta; per esempio è evidente che su di un albero alto 3 metri non potremo fare una casa di 3 piani!
Nel gruppo cliente rientrano invece tutti i fattori soggettivi come il gusto architettonico, la preferenza dei colori e dei materiali, il budget disponibile, la funzione che la casetta deve espletare ecc. Questi fattori influiscono molto sull’aspetto esteriore che avrà la costruzione, ad esempio avrà uno stile rustico piuttosto che eco-chic, o avrà ampie e comode scale se servirà da suite per turisti, mentre saranno più discrete se assolve la funzione di ritiro e pensatoio privato..
La parte più interessante del lavoro (oltre alla costruzione) è combinare in un unico progetto la personalizzazione intorno alla pianta e la personalizzazione intorno al cliente!

Qual è il futuro di questo “genere architettonico”?

Come vi dicevo non credo che si esaurirà come una moda passeggera anzi penso che si consoliderà sempre più nell’immaginario comune ed infine verrà riconosciuto come genere architettonico; certo molto dipenderà da come le legislazioni locali interverranno sul tema. A livello mondiale credo che questo settore vedrà una forte espansione, specialmente in aree del mondo nelle quali i pregi delle TreeHouses sono pressoché essenziali, vedi i nuovi resort in Laos, Costa Rica, Hawaii e il GreenVillage di Bali…

Questa è l’unica vostra passione?

Niente affatto, questa è la passione che racchiude tutte le altre. In TreeTopBuilder siamo un team variegato e le nostre passioni comprendono l’arrampicata e l’alpinismo, l’architettura e il design, la botanica, l’artigianato, il turismo culturale e ricreativo, la montagna, la fotografia ed altro ancora.

Ed oltre alle case sugli alberi la vostra azienda quali altri prodotti è in grado di offrire?

Ci occupiamo di tutto ciò che ha a che vedere con natura e architettura, dalla progettazione alla realizzazione di parchi avventure, villaggi e resort, unità mobili per campeggi (mobil home), climbing wall, piscine naturali, potatura e abbattimento di grandi alberi.